Nella cornice della WWDC 2020, Apple ha annunciato la nuova versione del sistema operativo per computer di casa Cupertino: MacBook, iMac e Mac mini. La vera novità di questa edizione, però, è sicuramente l’annuncio dei processori proprietari di Apple, che aprono a importanti nuovi scenari nel mondo dell’informatica.
Prima di addentrarci in questo discorso, riepiloghiamo alcune delle novità in seno al prossimo sistema operativo Big Sur, che entrerà in fase di beta pubblica nel mese di luglio. Innanzitutto chi potrà aggiornare il proprio computer a questa versione? Tutti i possessori di un MacBook Air e Pro dal 2013 in poi, i MacBook dal 2015 in poi, iMac e Mac Mini dal 2014 in poi.
Le principali novità risiedono in un’interfaccia leggermente ritoccata, dagli angoli delle forme geometriche fino alla palette di colori, con l’intento di uniformare quanto più possibile il design generale dell’ecosistema Apple. Esemplificativo, in tal senso, è il centro di controllo, ora uniforme a quello di iPhone. Stesso discorso per il centro notifiche, widget e le icone delle app.
Un altro importante cambiamento riguarda il browser Safari, che offrirà degli strumenti migliori per tutelare la privacy dell’utente. L’esperienza generale con Safari sarà più veloce rispetto al passato, grazie a prestazioni migliori che Apple stima essere in media del 50% più veloce rispetto a Chrome nel caricare i siti visitati più di frequente. Non finisce qui, perché anche i tab sono stati ripensati, dando la possibilità di visualizzare più pannelli e di visualizzare un’anteprima del sito passando con il cursore sul pannello, che di base, avrà sopra l’icona del sito. Infine, sarà integrato un traduttore richiamabile per tradurre le pagine web.
Rivoluzione in casa Apple
Era nell’aria. In realtà se ne parla già da tempo, ma quest’anno le voci si erano fatte davvero insistenti. Apple ha finalmente deciso di annunciare i propri processori anche sulla gamma MacBook, iMac e Mac mini. Una rivoluzione che, guardando a quanto successo su iPhone, dovrebbe garantire prestazioni elevate e consumi ridotti grazie alla sinergia tra hardware e software. Un fattore che ha portato Apple ad andare in questa direzione, secondo quanto riportato da un ex capo ingegnere di Intel, sono state le falle di sicurezza e i problemi sorti con le piattaforme Skylake di Intel.
Il primo Mac dotato con questo processore arriverà entro la fine dell’anno, ma saranno disponibili anche le varianti con CPU Intel. L’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, ha parlato di una transizione ai nuovi processori che dovrebbe avvenire entro i prossimi due anni.
Anche se non citata ufficialmente, l’architettura dei SoC di Apple dovrebbe basarsi su ARM. L’azienda di Cupertino fa inoltre sapere che le proprie app saranno aggiornate per supportare i nuovi processori. Ciò renderà disponibile nativamente tutte le app per iPhone e iPad anche per Mac, unificando ancora di più l’ecosistema App Store. Inoltre anche gli altri sviluppatori potranno “in pochi giorni” aggiornare le proprie app per la nuova architettura.
Con il nuovo sistema operativo però si dovrà dire addio a Bootcamp. Diverso il discorso per gli altri software di virtualizzazione come Parallels o VMware che già si stanno adoperando per superare questo ostacolo con una versione ad hoc per Big Sur. Per cui ci sono ottime possibilità di poter installare un versione di Windows anche sui Mac in futuro.
Con l’annuncio dei propri processori, Apple darà un bello scossone al mercato dei computer, che fino a poco tempo fa vedeva Intel in una situazione di monopolio. Negli ultimi anni lo status quo delle cose è cambiato, Intel ha perso prima una grossa fetta di mercato per la crescente competitività dei prodotti di AMD e all’orizzonte si prospetta un nuovo cambio delle gerarchie con l’ingresso dei SoC di Apple. Siamo davvero curiosi di scoprire come si evolverà l’attuale scenario.
